Nel 1948 Togliatti definì Matera “vergogna nazionale”. I sassi infatti divennero uno dei luoghi maggiormente colpiti dalla crisi del dopo guerra: nelle tradizionali case-grotta gli uomini si ritrovarono a vivere assieme agli animali, per questo motivo le malattie si diffusero e la popolazione si ritrovò decimata.
Nel 50 lo stato italiano risolse la questione emanando una legge per lo sfollamento dei Sassi; la popolazione fu trasferita nei nuovi quartieri favorendo lo svuotamento degli storici rioni. In questi anni registi come Pasolini, Tornatore e Mel Gibson si interessano a Matera per i loro set cinematografici. La popolazione acquisisce consapevolezza della propria unicità avviandosi verso una risalita sempre più alta.
Nel 93 l’Unesco dichiara Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità e il 17 Ottobre 2014 viene dichiarata Capitale Europea della Cultura 2019.
Matera è comunità, è coesione, è forza di volontà. Matera dev’essere esempio perché è simbolo di vita: le difficoltà iniziali, l’arrivo al punto più basso, l’appellativo “Città della Vergogna”, la voglia di alzarsi, di riscattarsi; la consapevolezza di avere forza, di ribellarsi e innovarsi; la scalata fino a toccare il punto più alto di “Città della Cultura Europea”.